Federciclismo, Cordiano Dagnoni racconta la sua rivoluzione: “La Nazionale Italiana sarà come una squadra World Tour”

Cordiano Dagnoni ha rivoluzionato l’organizzazione della Federazione Ciclista Italiana. Succeduto quest’anno a Renato di Rocco alla guida del ciclismo azzurro, il lombardo ha annunciato nei giorni scorsi i nomi dei tecnici che accompagneranno la nostra nazionale verso il grande obiettivo delle Olimpiadi di Parigi 2024. Intervenuto questa sera alla trasmissione RadioCorsa, il presidente federale ha raccontato la nuova forma che spera di dare alla federazione: creare un gruppo unito di tecnici che, sotto la guida di Roberto Amadio, lavorerà insieme per cercare di ottenere il meglio da parte dei nostri corridori. Questa è stata anche l’occasione per motivare anche alcune delle sue scelte.

“L’assetto che voglio dare alla nazionale si è visto da quando ho nominato Amadio responsabile di tutte le nazionali – ha dichiarato l’ex responsabile lombardo della pista – L’idea è di strutturare il gruppo dei tecnici come una squadra WorldTour: per Amadio i tecnici sono come i suoi corridori. Lo stile e l’impostazione è moderno. Settimana prossima si incontreranno tutti i tecnici per calendarizzare il programma e gli impegni della prossima stagione”

“Saranno tre giorni intensi – ha aggiunto – Il primo sarà dedicato a strada e pista. Oltre a fare squadra sarà steso un calendario dei prossimi impegni. La stessa cosa sarà fatta il mercoledì per i tecnici del fuori strada. Il martedì saranno messi insieme tutti i tecnici dove si tratteranno vari temi: dai più burocratici, a quelli dell’intervento della psicologa”

Dagnoni si è poi espresso anche sulla suggestiva ipotesi della creazione di una squadra italiana da parte di Davide Cassani: “Del discorso della squadra WorlrdTour italiana se ne parla molto. È una realtà che potrebbe aiutare molto i corridori italiani anche nei grandi giri. È importante che il progetto di Davide si possa realizzare e se in due anni si può arrivare al World Tour penso sia una grande notizia”.

Il presidente ha poi raccontato anche la sua scelta di allontanare Salvoldi dal ciclismo femminile e sostituirlo, per quanto riguarda la strada, con Sangalli. Per lui, invece, ci sarà l’incarico di responsabile della categoria juniores: “È stato un ragionamento fatto con lui. Ho percepito che aveva bisogno di nuovi stimoli e noi di una figura professionale e di livello nella categoria di juniores che è molto delicata. È la prima categoria in cui si inizia a fare il corridore davvero. Salvoldi ha un ruolo strategico: prende le redini di un mondo dove deve portare una cultura diversa, Sangalli è sempre stato il vice di Salvoldi e mi è sembrato giusto premiarlo. Lui è molto entusiasta e le ragazze sembrano aver apprezzato.”

Su pista, invece, è stato potenziato il ruolo di Marco Villa che si occuperà anche delle donne: “Marco Villa ha lavorato nell’ombra, ma i risultati sono arrivati alla luce. Il lavoro più importante è stato con il quartetto: è il simbolo del lavoro di squadra. Con le ragazze abbiamo un bel patrimonio che rappresentano un potenziale importante in vista di Parigi 2024″

Nel corso della puntata si è poi parlato anche di ciclocross: “L’attività del ciclocross è cresciuta molto in tutta Italia. Facciamo un’attività intensa e questi ragazzi sono da tenere d’occhio. Questa cultura del ciclocross sta crescendo tanto e speriamo che possa essere inserita anche nelle discipline olimpiche invernali.”

Infine una riflessione è stata dedicata anche al doping: “Il cilclismo ha subito troppo spesso l’etichetta legata al doping. Siamo tra gli sport più puliti: negli atleti c’è una cultura estrema sulla preparazione e il mezzo meccanico. È una cultura sradicata fin dalle giovanili. Colbrelli lo conosco da quando era allievo ed era un gradissimo talento, che ha lavorato duro e ha ottenuto i risultati che si merita.”

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